L'ipersicurezza e la mania del controllo
Quest'oggi più che parlare del caos parleremo della sua antitesi: l'ipersicurezza e la mania del controllo.
Quel simbolo che conosciamo dello Yin e
lo Yang è un immagine che rappresenta ciò che dovrebbe essere un
equilibrio. Quindi è giusto non essere completamente assorti dal
caos, come è giusto non essere troppo assorti da l'ipersicurezza e
la mania del controllo. Oggi affronteremo questo disequilibrio.
Per
caos non intendiamo che non ci devono essere regole, ma intendiamo
lasciare che la natura, o comunque le cose che hanno una loro
intelligenza, facciano il loro corso.
Ci sono vari temi che si
possono affrontare in questo senso. Partiamo dagli algoritmi ad
esempio. Decidono loro cosa farci vedere o ascoltare o consigliarci.
Quindi la domanda è: ci imbatteremo ancora in qualcosa di
diverso?
Gli algoritmi fanno di tutto affinché tu possa trovare
qualcosa di simile a quello che hai ascoltato precedentemente. Questo
in realtà è una cosa molto più grave di quello che sembra. Alla
fine dei conti, una persona, quando è accompagnata da una macchina anche sui gusti e sulle scelte personali, è un qualcosa
che intacca non solo i gusti personali ma anche la cultura. Perché
i ragazzi che magari per caso iniziano ad ascoltare il Trap
continuano poi a essere consigliati da similitudini: è un tunnel
senza via d'uscita e non viene lasciato spazio alla casualità. Alla
casualità, ma nemmeno a una ricerca personale vera e propria.
Ricordo, quando ancora c'erano i negozi di dischi ed erano molto
attivi, nel lontano 1998, gita di classe a Vienna. Ad un mio compagno di
classe gli interessava un singolo. Non si ricordava il titolo ed è
andato nel negozio di dischi a cantargli la canzone. L'altro si è
messo a ridere, però poi gli ha trovato il disco.
Adesso c'è “Shazam”: questa applicazione che ormai ce l'hanno in molti.
Effettivamente le applicazioni sostituiscono le persone, i contatti
umani. In questo caso e in tanti altri casi. Le applicazioni ci
rendono comodi la vita ma ci annullano completamente i collegamenti
umani: decidiamo (molte volte) per la comodità a discapito
dell'umanità.
Un altro tema che rispecchia il concetto di ipersicurezza e mania del controllo è il modo in cui abbiamo trattato i fiumi in questi anni: c'è il fiume che sta straripando. Cosa
facciamo? Lo lasciamo straripare o lo vincoliamo,
creando venti/trenta metri di muraglia e lo conteniamo? Beh ovviamente nell'epoca dell'
ipersicurezza e del controllo si è deciso per contenerlo e il
risultato è di fronte a tutti: Marche, Emilia, Toscana, sono le
regioni che sono state colpite più duramente. Il conto lo pagano
loro perché al nord il fiume non si sfoga e a sud invece il fiume
poi trova una potenza incredibile di portata d'acqua tale che poi fa
dei disastri incredibili. L'atteggiamento sano sarebbe stato: "ok, il fiume straripa. È una cosa naturale da
rispettare, lo lasciamo straripare. Piuttosto facciamo un passo
indietro e il fiume straripa dove deve straripare e sfoga dove deve
sfogare".
Un altro argomento è l'Isis. In questi anni
abbiamo affrontato anche quello. E anche qui il cercare di
controllare determinate zone, determinate culture ha portato al seme
dell'odio, della violenza e della radicalizzazione estrema. Si è cercato di imporre una propria cultura a certe persone che
culturalmente sono indietro per quanto riguarda certi determinati
discorsi.
Si è cercato di creare una democrazia dove non si è
pronti per la democrazia. Non si possono forzare le culture. Come non
si possono forzare le persone.
Il processo è sempre quello che ci
ha permesso di arrivare dove siamo arrivati. E siamo arrivati dove
siamo arrivati anche grazie a questo processo qui: sbagliando.
Bisogna lasciare queste culture. Lasciarle stare, che facciano il
loro percorso. Invece fare quello che è stato fatto ha creato questa
metastasi del terrorismo in tutto il mondo. E l'atteggiamento
dell'ipersicurezza e la mania del controllo anche qui ha portato a
disastri incredibili.
Arriveremo alla fine, tra millenni, a un equilibrio in
cui il mondo sarà un posto dove si sta bene, dove c'è evoluzione,
quindi dove non ci saranno più dittature. Ma i tempi non si possono
imporre attraverso un altro sistema dittatoriale.
Un altro
argomento è questo "Gain of Function": sono dei laboratori
che cercano di controllare e studiare determinati virus. Li devono
rendere molto più aggressivi modificandoli proprio geneticamente.
Quindi si creano dei veri e propri propri mostri invisibili che
possono sfuggire creando danni di proporzioni inenarrabili.
E non
lo dico ma... potrebbe essere già successo. In questi laboratori cercano di
ingabbiare questi mostri, sempre con questo atto di cercare di
controllare, di diventare ancora più sicuri, di trovare quella roba
lì, di cercare di vivere 30 anni in più. Avessimo a cuore la nostra salute
partiremmo addirittura dalla nostra psiche perché ormai avremmo
capito che tutto parte dalla nostra psiche, dalla nostra salute
mentale, dalla nostra serenità. Quanto siamo sereni? Più siamo
sereni meno ci ammaliamo.
Un altro argomento è lo smartphone. Sempre con questa cultura dell'ipersicurezza e la mania del controllo, molti genitori armano i propri figli di questo strumento per essere più sicuri. "Perché suo figlio così è sicuro che lo chiama". Undici anni col telefono in mano, stanno 3 o 4 assieme, ma tutti ricurvi verso questo schermo luminoso. Ha senso? Cioè, si è veramente più sicuri? Perché proprio lo smartphone potrebbe in realtà procurargli qualche problema. Ed il problema è molto più ampio e grave. Qua il problema è esteso a tante cose che non funzionano. Non funzionano! Non funziona che un bambino viene tirato su a 13 anni a Smartphone e Xbox o Playstation. E anche fuori di casa c'è lo schermo, c'è un qualcosa davanti a loro che impedisce di fare una vita relazionale. E questo sarebbe importantissimo perché nella relazione di coppia c'è la relazione. Nelle prime amicizie si impara a relazionarsi. E se non si capisce già dai nostri amici come funzionano le nostre dinamiche sentimentali, il nostro alfabeto emozionale... l'argomento è molto più complicato. Siamo portati a voler sempre comodità, ipersicurezza ma questo potrebbe essere anche nocivo. Quindi dobbiamo anche ogni tanto perderci in un bosco o rotolarci nel fango e capire che anche quello fa parte della nostra natura. Non riusciamo più ad accettare il caos.
L'altro giorno mi sono fatto una
passeggiata. Camminavo nell'erba e finché camminavo nell'erba i miei
pensieri erano cullati, cullati dall'imperfezione del terreno
disconnesso. Questo terreno, quest'erba... ero ondulato da questo
particolare caos. Ad un certo punto, assorto dei miei pensieri ho
iniziato a mettere i piedi nella parte dell'asfalto (perché c'era
una zona asfaltata) ho sentito subito una mancanza.
Una mancanza
grossa.
Prima ero a contatto con qualcosa di vivente, con qualcosa
di naturale, e dopo sono stato a contatto con qualcosa di
artificiale. Quindi sentivo meno il contatto a livello energetico con
la terra.
E da lì che mi è venuto in mente questa cosa qua: "Ah,
adesso ho capito il motivo di tante nostre vicissitudini caotiche
malvagie". Perché noi in realtà... “Lei”, la natura, il
caos, la cerchiamo costantemente. Ma abbiamo iniziato a ricercarla in
una maniera non sana perché ricreiamo quel caos in una maniera
completamente artificiale. Quel momento in cui ho messo il piede
sull'asfalto, era una mancanza forte. Mi ha completamente distratto
dai miei pensieri che stavo facendo, quindi mi ha fermato. E avevo
voglia di ricercare qualcos'altro. Ho avuto questo istinto qui. Tutto
questo in una frazione di secondo.
La voglia di esplorare, conquistare,
prevaricare, sopraffare, combattere, fare la guerra, sono altri modi
di riconquistare quella istintiva voglia di caos. Quando in realtà
io sono convinto che ognuno può avere il proprio stato, il proprio
mondo, il proprio universo, anche in un appartamento a lume di
candela, ognuno può avere, con la sola potenza della percezione, i
propri “Stati” d'animo. Sono “Stati” anche quelli lì, soprattutto quelli lì. E sono quelli che dobbiamo riconquistare: i
nostri stati d'animo. E lasciar perdere la proprietà privata.
Possiamo avere l'universo dentro di noi con le sole nostre
percezioni.
Uno degli elementi fondamentali per lo sviluppo
della vita dell'evoluzione è proprio il caos. Ci siamo evoluti con
questo concetto di casualità che ha comportato il processo di
evoluzione ed il progresso mentale cognitivo della nostra specie.
Non si può ora dare una bella mano di vernice bianca e coprire completamente il concetto di Yin e Yang.
La storia evolutiva non è composta soltanto da benessere, perfezione, purezza, sicurezza ma è anche caos, fuori controllo, malessere incontrollato, insicurezza. Il nostro corpo e la nostra mente si sono evoluti anche grazie a tutto questo.
Bisogna accettare di più il caso, comprendere la sua importanza e lasciargli più margine. Come è sempre stato.
di Davide Ravo e Paolo Robino