Amicizia e unione vincono

Lo sport visto come momento di crescita, di superamento dei propri limiti, di confronto con se stessi. La pratica agonistica vissuta non come una battaglia contro un avversario, ma come un momento di crescita per il proprio essere. Questo vuole essere il significato di una rubrica che si propone di raccontare personaggi che attraverso il loro esempio trasmettono un seme per migliorare la vita delle persone che li incontrano. Si parlerà di ciò che lo sport può fare a livello umano, di come lo sport possa unire e rendere un gruppo una famiglia, ad esempio. Non si parlerà di vittorie sul campo, non si parlerà di successi fini a stessi, anche se per questo primo articolo si farà un'eccezione.
Sicuramente in questo senso il caso di Gianluca Vialli, scomparso nei giorni scorsi dopo una lunga malattia. Gli ultimi anni della sua vita infatti, li ha passati a dare una testimonianza, a spiegare come – parole sue – la vita sia per il 10% quello che ci capita e per il 90 come lo viviamo. Per esprimere meglio il concetto Luca nel 2018, aveva pubblicato un libro intitolato “Goals”, dove raccontava dieci storie di altrettanti sportivi. Capaci attraverso il loro credere in se stessi e la loro forza interiore di superare grandi difficoltà questi uomini rappresentano ispirazioni per tutti. Questo suo messaggio di crescita personale gentile, Vialli lo ha trasmesso anche attraverso i discorsi fatti ai ragazzi della nazionale di Mancini durante l’europeo vinto nel 2021. Questo spirito dove vince l'amorevolezza dell'essere arriva da lontano, dalla fine degli anni 80, quando Vialli e Mancini giocano nella Sampdoria del presidente Paolo Mantovani. Quella squadra fu capace di creare un gruppo vincente durato otto stagioni e culminato con uno scudetto vinto ed una finale di Champions nel 1992. Dietro al successo di quell’allegra brigata in cui c’era anche un personaggio pieno di colori come Cerezo, c’era un alto livello tecnico ma anche una grande amicizia e voglia di cooperare. Un senso di famiglia che ha permesso ad una società di provincia di superare ogni limite di umanità, un’unità di intenti e cooperazione che ha fatto superare ostacoli come se non esistessero.
Salsano, Lombardo, Vialli e Mancini erano lo staff tecnico degli azzurri ed avevano ancora nel cuore l’eredità del presidente Mantovani. Se le persone comuni utilizzassero nella loro vita questo messaggio di comunità e cooperazione si potrebbero cambiare molte cose in un mondo sempre più individualista e disumano. Così, il calcio svolgerebbe una funzione di ispirazione e non di distanza come avviene oggi.
Non a caso si inizia questa rubrica da questo personaggio recentemente scomparso. Vogliamo ricordarlo come vogliamo ricordare che si può vincere donando contemporaneamente messaggi di unione, famiglia, umanità. Lo sport, come anche tutta la nostra società in ogni sua sfaccettatura, ne ha fortemente bisogno. Come l'aria. Le persone hanno bisogno di persone. Umane.
A volte dietro ad un collettivo sportivo c’è un’anima sola che si muove all’unisono. In modo insospettabile, negli occhi accesi di uno scherzoso calciatore come era Gianluca Vialli, c’è energia, luce, insegnamento.

Paolo Robino