3c6e1bcfda9e0372b1551523fa7531334770cd09

Arte del Sensibile 



facebook
instagram
youtube

L'Arte del Sensibile

visualizza tutti i post                                  visualizza categorie



Tecnologia e Controllo: quando l'umano si perde nel meccanico

2025-09-07 10:39

Array() no author 81843

Riflessioni, Umanità, Controllo, Tecnologia, Intelligenza Artificiale, figli,

Tecnologia e Controllo: quando l'umano si perde nel meccanico

Oggi anche un semplice ritardo a scuola non può più passare inosservato. Basta qualche secondo e arriva la notifica sull’app dei genitori: tuo figlio...

immagine.png

Oggi anche un semplice ritardo a scuola non può più passare inosservato. Basta qualche secondo e arriva la notifica sull’app dei genitori: tuo figlio è entrato alle 8:03, ha preso 6 in storia, è uscito cinque minuti prima. Tutto è tracciato, registrato, trasmesso. E alcune madri — per fortuna — cominciano a rendersene conto: «È un peccato che i nostri figli non possano più tagliare a scuola, non possano sbagliare di nascosto, non possano vivere quell’innocenza che avevamo noi.» 

 

Quello che stiamo creando è un mondo iper-sicuro ma disumanizzante, dove ogni cosa è sorvegliata e nulla può più accadere fuori controllo. Abbiamo consegnato la comunicazione tra genitori e figli a delle app. Abbiamo sottratto il margine d’errore, e con esso l’intimità, il confronto, la crescita. Ma non è solo un problema familiare. È una deriva più grande. Anche l'intelligenza artificiale, che oggi avanza a velocità spaventosa, consuma una quantità abnorme di energia e CO₂. Crea, sì. Ma crea un eccesso che rompe l’equilibrio della natura, spinge il mondo verso qualcosa che non è più necessario, né sostenibile.

 

Ogni volta che aumentiamo il nostro livello tecnologico, regrediamo sul piano umano. La coperta è sempre quella: se la tiriamo da una parte, si scopre dall’altra. Alla fine, molte persone rincorreranno il comfort fino al punto da diventare molto simili a dei robot. Macchine perfette, ma senz’anima. I nostri nonni lo avevano intuito. Erano critici, sospettosi verso il “progresso”. E noi li prendevamo per nostalgici. Ora succede la stessa cosa ad alcuni di noi “boomer”. Quella diffidenza era ed è in realtà una forma di saggezza, non di chiusura: un’attenzione per non perdere il senso delle cose. Oggi ci sono contenuti pensati per farci emozionare, ma sono generati o organizzati da sistemi automatici (come quelli generati da AI ). E quando li guardiamo, anche se esteticamente sono belli, ci rendiamo conto che manca qualcosa di autentico. Quella cosa che manca è l’esperienza vera, la fatica e il cuore che solo una persona reale può mettere. Manca l’umanità. Quel video può anche essere ben fatto, ma non ci tocca. Perché il senso delle cose non si può codificare. Non si può ridurre a parametri o protocolli. E quando proviamo a farlo, perdiamo tutto: il significato, la fatica, la relazione, il collegamento con ciò che è più autentico e irripetibile. Questa consapevolezza, per alcuni, arriva come un pugno. Per altri, è un lento risveglio.

 

Ma il punto resta: alcune persone stanno diventando più tecnologiche, ma meno umane. E forse, dovrebbero iniziare a chiedersi: vale davvero la pena?

 

 

 

Davide Ravo - Paolo Robino

visualizza tutti i post                            visualizza categorie